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Valanga sul Mont Blanc de Tacul – Chamonix (Francia) 24.8.2008


In quest’estate 2008 il destino ha avuto il suo peso nel far conquistare la prima pagina dei giornali alle montagne. Anche questa volta per un evento luttuoso, dovuto al distacco di un seracco sul Mont Blanc de Tacul, sulla via normale che porta al Monte Bianco, passando per il Mont Maudit. Questa volta non vi è stata nessuna imprudenza, nessun rischio, oltre a quello normale correlato all’andare in montagna. Partenza alle 2 di notte dal Rifugio Cosmiques, temperatura di –7°, previsioni meteo sul bello stabile; ma l’imponderabile è sempre in agguato, questa volta sotto forma di un seracco che alle 3,15 si stacca e, cadendo, genera una valanga con un fronte di 50 metri per 300 di lunghezza. Purtroppo sulla traiettoria di caduta di questa valanga c’era una quarantina di alpinisti, otto dei quali sono morti, sepolti dalla valanga e caduti nei crepacci, il che ha oltretutto reso pericolose le operazioni di ricerca e recupero da parte dei soccorritori. Le identità degli otto alpinisti dispersi da domenica sul Mont Blanc de Tacul sono state rese note dalla gendarmeria di Chamonix. Sono due guide, una austriaca e una svizzera, tre uomini e una donna tedeschi, e una coppia di svizzeri. Sette delle vittime erano in possesso dell’Arva, l’apparecchio che permette di segnalare la posizione delle persone sotto la neve, e grazie a questo i loro corpi sono stati rintracciati. Tra i sopravvissuti, con qualche ammaccatura, la guida alpina di Verbania Marco Pelfini, Martina Gelli, Pamina Vitta, Elena Cottini, molto scossi ma tutto sommato fortunati di poter raccontare un incidente di questo tipo. Le ricerche di soccorso della Gendarmerie di Chamonix sono state coadiuvate dagli uomini del soccorso e della guardia di finanza di Courmayeur. La tragedia avrebbe potuto avere dimensioni ancora maggiori se fosse successa verso le 8 del mattino, quando sarebbero arrivati anche gli alpinisti partiti con le prime funivie dell’Aguille du Midi, provenienti da Chamonix. “Valanghe Killer”, “Montagna Assassina”, solito ritornello , solite frasi fatte di cui si riempiono giornali e TV in queste occasioni. Ma perché non dire la verità, cioè che in montagna ci sono sempre stati dei morti e sempre ci saranno? Tante volte per scelte umane sbagliate, sull’obbiettivo, sulle proprie forze e capacità tecniche; questa volta per l’imponderabile legato alla morfologia del ghiacciaio. La natura è fatta così, ed in certi posti non è ancora addomesticabile a nostro uso e consumo, per fortuna…

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.